L'età romana
Il
quadro insediativo del territorio di Crognaleto in
età romana
appare caratterizzato dalla contestuale
presenza di qualche insediamento rustico ancora riferibile
al modello della villa, particolarmente sulle pendici
collinari lungo il Vomano nelle aree di minore altimetria,
accanto a forme di abitato sparso di probabile connotazione
vicana legate all'economia della pastorizia e dello
sfruttamento della foresta.
Le ricerche permettono di ipotizzare il carattere temporaneo
o stagionale di molti di questi insediamenti, senza
che purtroppo la labilità delle tracce archeologiche
lasciate ne permetta spesso ubicazione ed identificazione.
I dati archeologici disponibili non casualmente si
affievoliscono progressivamente, da oriente ad occidente,
con l'incremento dell'altimetria, e pur tuttavia fenomeni
di grande continuità,
in un quadro caratterizzato, per motivi geografici e
climatici, da punti e direttrici obbligate di uso del
territorio, hanno permesso di leggere nelle fonti medievali
un quadro insediamentale che, pur in parte consunto o
abbandonato nei secoli centrali del medioevo, ha trovato
sul campo numerosi riscontri in termini di contatti con
precedenti forme antiche di occupazione dell'area.
L'esame del territorio di questo comune è pertanto
esemplificativo di quanto, particolarmente nelle
aree montane per forza di cose conservative, possa
contribuire alla ricostruzione dell'assetto antico
un esame puntuale
e minuzioso delle forme di abitato attestate nelle
fonti sino al XIV secolo.
Loc. Poggio Umbricchio - Piè di Colle (sito
65) Qualche anno fa, al momento dei lavori per la rettifica
dell'antico tracciato della strada da Interamnia
per Poggio Umbricchio al Passo delle Capannelle (A), vennero in luce in località Piè di
Colle (sito 65; fig. 132, L) alcune strutture murarie in ciottoli e pavimentazioni
in opera spicata e cocciopesto, riferibili ad un abitato rustico tardorepubblicano.
Il complesso, probabilmente identificabile come una piccola villa o fattoria, è stato
inquadrato cronologicamente per il recupero di alcuni frammenti ceramici
ancora visibili in superficie alla data dei sopralluoghi (1986): frammenti
di pareti di forme aperte non identificabili
in ceramica a vernice nera;
fr. di parete di forme aperte non identificabili
in sigillata
italica; fr. di fondo probabilmente riferibile
ad un piatto in sigillata africana D2, forma Hayes
58; frr.
di pareti di contenitori in ceramica comune
di età imperiale;
fr. di parete di grande contenitore, probabilmente
di dolio.
Complessivamente il materiale si presenta riferibile
ad una cronologia fra la tarda repubblica e l'intera
età imperiale (IV-V secolo).
Nulla è oggi visibile delle strutture che
sono in parte interrate sotto il tracciato della
nuova strada
Altavilla-Poggio Umbricchio, tuttavia si conservano
ancora alcuni lacerti del pavimento in cocciopesto,
trasportati
presso una vicina casa rurale. Trattasi di pavimentazione
caratteristica della tarda repubblica-primissima
età imperiale,
caratterizzata dall'inserzione di piccole tessere
bianche irregolarmente collocate.
Loc. Poggio Umbricchio - Sant'Angelo (sito 66).
Resti romani solo genericamente inquadrabili sono
stati restituiti anche dal sito dell'abbandonata
chiesa medievale
di Sant'Angelo (sito 66), per lo piú frammenti
di tegole ed altro materiale ceramico antico.
I resti sono probabilmente riferibili ad un abitato rustico simile al precedente,
a cui può essere riferita anche una necropoli di sepolture alla
cappuccina esistente nei pressi, e del rinvenimento di alcune delle cui
tombe hanno conservato
memoria alcuni residenti in loco.
Loc. Poggio Umbricchio - Palombello (sito 67).
Analoghi generici dati sono disponibili anche per altro vicino sito, collocato
come i due precedenti esattamente lungo il tracciato della strada romana
da Interamnia al Passo delle Capannelle (sito 67).
In località Palombello,
area di ubicazione della scomparsa chiesa medievale di Santo Stefano, sono
stati infatti recuperati, sulla sella che separa la strada dal colle, frammenti
ceramici antichi di cronologia analoga a quella dei materiali recuperati
presso il precedente sito 6. Loc. Poggio Umbricchio-Piano Santa Maria (sito
69).
Ricognizioni recentissime nell'area
pianeggiante collocata ai piedi del colle di Poggio Umbricchio,
e nota col nome
di Piano Santa Maria, recentemente interessata da opere
di urbanizzazione che hanno in parte occupato il pianoro,
hanno permesso il recupero di abbondante materiale
archeologico, per lo piú ceramico, apparentemente
proveniente dalle opere di sbancamento dell'area del
campo sportivo
e dalle superfici di alcuni appezzamenti circostanti:
fr. di orlo di coppetta a vernice nera, vernice molto
scadente
quasi interamente scrostata, argilla giallastra,
troppo generico per essere esattamente identificato,
ma probabilmente riferibile al X secolo a.C.;
due frr. di fondo di contenitore aperto non identificabile
in sigillata italica; fr. di altro coperchio in
ceramica comune, argilla marrone con inclusi nerastri,
simile a produzioni del IV-V secolo dalla Val Vomano
n. 23);
r. di orlo di contenitore circolare per macinare il grano;
fr. di collo ed ansa di anfora, argilla arancio, dura
ruvida, con inclusi biancastri e marroni;
2 frr. di anse di anfore di impasto simile alla precedente.
Complessivamente
il materiale qui presentato è riferibile
ad una cronologia fra la tardissima età repubblicana
ed i secoli IV-V, ma non mancano reperti riferibili ad
età altomedievale, che verranno piú oltre
illustrati. I resti appaiono cosí riferibili ad
un esteso abitato antico, probabilmente il piú importante
di questo versante della valle, abitato al cui studio
le fonti medievali portano un notevole bagaglio di contributi.
Deve anzitutto notarsi che la località si chiama
Piano Santa Maria in quanto riprende il nome dell'antica
chiesa di S. Maria in Plebe, unica struttura pievana
di quest'area della valle, menzionata come tale in documenti
medievali riferibili al XIV secolo ma di origine senza
dubbio piú antica, almeno precedente il Xll secolo.
La pieve di Santa Maria, pur collocata sul piano presso
i resti dell'abitato antico ed altomedievale, continuò per
secoli a fungere da chiesa curata dell'insediamento ormai
dislocatosi quasi mezzo km piú in alto a Poggio
Umbricchio.
Nel XVI secolo venne finalmente realizzata nel villaggio
la nuova parrocchiale di Santa Maria di Loreto ma ancora
nel 1575 si ricordava che “ecclesia matrix et antiqua
distat aliquantulum ab incolatum et ideo populus fuit
coactus... novam fabricare ecclesiam prope habitationes”,
mentre la pieve antica restava destinata a chiesa cimiteriale,
finendo poco dopo abbandonata.
Presso la chiesa di Santa Maria di Loreto si conserva
da secoli un documento di capitale importanza per la
ricostruzione dell'assetto antico della zona, la ben
nota colonna miliare di Poggio Umbricchio, rinvenuta,
a detta degli storici locali, in epoca imprecisata sulle
rive del Vomano, e poi reimpiegata nella chiesa come
base del fonte battesimale.
Ancora nel 1575, come testimonia la sopracitata visita
pastorale condotta in quell'anno dal vescovo di Teramo
Piccolomini, gli olii santi e lo stesso fonte battesimale
cum sua pila, erano ancora conservati presso l'antica
chiesa pievana, tanto che vennero trasferiti nella nuova
chiesa solo su esplicito ordine del vescovo. La pila
deve essere con ogni probabilità identificata
proprio con il miliare che dunque era utilizzato come
base del fonte battesimale già presso l'antica
pieve poi abbandonata.
Considerato che la pieve di Santa Maria era collocata
presso i resti dell'abitato romano ed altomedievale l'ubicazione
originale del miliare deve essere stata proprio lungo
il tracciato antico presso quell'insediamento.
Del significato del miliare e delle sue indicazioni si
dà conto di seguito nel paragrafo dedicato
alla viabilità, mentre in conclusione dell'analisi
condotta dell'abitato antico in località Santa
Maria non può non notarsi che questo, come gli
altri insediamenti romani esistenti lungo il tracciato
della strada antica sul versante SE della serie di colli
(Arduccio, Pietralata, Pacini), presenta un'analoga collocazione
territoriale e morfologica.
Tutti e quattro gli abitati (siti 65, 66, 67, 69) sono
ubicati sulla sella di propaggini collinari protese verso
il Vomano, risultando in tal modo protetti dai venti
freddi che indubbiamente nel corso della stagione invernale
venivano ad incanalarsi nella valle dalle cime soprastanti,
e sfruttando contestualmente la favorevole esposizione
a sud-est che doveva favorire, nonostante l'altitudine
sui 600 m s.l.m., lo sfruttamento agricolo dei terreni.
Non sembra casuale al proposito che con buona probabilità l'abitato
del sito 65 ed in via d'ipotesi quelli dei siti 66 e
67 sembrino riferibili, in un'area ormai montana sempre
piú caratterizzata col salire dell'altitudine
da forme diverse di uso del territorio, a forme
di occupazione del suolo inquadrabili nel sistema delle
ville antiche.
All'abitato esistente in località Piano Santa
Maria nonché agli altri insediamenti circostanti è probabilmente
correlabile la presenza di una necropoli, non ubicabile
attualmente, ma attestata da un'iscrizione oggi conservata,
come il miliare, presso la chiesa di Santa Maria di Loreto
a Poggio Umbricchio:
SEX.EGNATIUS . T . F .
TESTAMENTO . FIERI
IUSIT (sic) ARBITRATU
MAXIMAE.
CARSEDIAE. T.F.
L'iscrizione, riferibile alla prima
età imperiale,
dà testimonianza delle opere condotte per
la realizzazione della tomba di Sesto Egnazio sulla
base di disposizioni testamentarie lasciate dal
defunto.
Loc.
Poggio Umbricchio - Corvagnola (sito 71)
Resti di abitato antico, frammenti di tegole riferibili
alle coperture, tessere di pavimento in opera
spicata e vario materiale ceramico comune riferibile
all'età imperiale, sono stati rinvenuti in località Corvagnola
(sito 71), lungo il fiume Vomano alla confluenza
con il fosso delle Cese, in un'altra area in qualche
modo protetta dal soprastante Colle della Macchia.
Anche questo insediamento, forse una piccola
fattoria o resti di una struttura destinata a
sfruttare in
qualche modo le vicine acque del fiume e del
fosso (mulino?),
risulta collocato lungo la strada antica che da
Interamnia saliva al Passo delle Capannelle (A).
Viabilità Principale
asse viarie del territorio oggi ricadente nel comune
di Crognaleto e dell'intera alta valle del Vomano era
la strada antica che da Amiternum attraverso il Passo
delle Capannelle discendeva nella valle del Vomano, attraversando
l’attuale territorio di Montorio, per poi giungere ad
Interamnia. Secondo il Radke la via sarebbe riferibile
all'età imperiale considerato che secondo Svetonio
in precedenza non esisteva alcuna via pubblica che attraversasse
gli Appennini nell'Italia centrale. A tale itinerario è appunto
riferibile il già menzionato miliare che, come
evidenziato, era con ogni probabilità collocato
in antico in località Piano Santa Maria di Poggio
Umbricchio (sito 69). Il miliare, attualmente conservato
nel villaggio presso la parrocchia di Santa Maria di
Loreto, è una colonna alta circa m 1,12/13,
di diametro circa cm 40, e presenta un'iscrizione
su
sei righe con lettere alte circa 4 cm, larghe da
2 a 2,5 cm, e con interspazi di circa 1/1,5 cm:
DDD NNN
FLA(aviis) VALEN TINIA (no) VALENTE ET GRATI(ano)
PHS . FELIC(ibus) AC TR(iumphatores) AC B(ono)
R(ei) P(ublicae) N(atis) C I I I I (108)
Considerata la cronologia di regno dei tre imperatori
il miliare può essere riferito ad un'epoca compresa
fra l'agosto 367 ed il novembre 375 d.C., e richiama
per testo e datazione altri due miliari, quello rinvenuto
in località Rocca di Corno con l'indicazione
del miglio da Roma LXXII, e quello rinvenuto a Barete
nei pressi della chiesa di Sant'Eusanio, con l'indicazione
del miglio LXXXIII, ambedue riferibili ad una diramazione
della via Salaria per Amiterno e di lí in
direzione di Ascoli .
I tre monumenti testimoniano di un esteso programma
di restauro e riattamento della rete viaria antica
a cavallo
dell'Appennino centrale condotta nella seconda
metà del
IV secolo, opera che non può non trovare correlazioni
con quanto attestato dalle fonti coeve sull'insicurezza
delle strade della Provincia di Valeria minacciate
da bande di predoni che scorrevano a cavallo il territorio
.
A questo proposito è interessante sottolineare
i contatti recentemente evidenziati fra il disgregarsi
dell'assetto territoriale antico particolarmente nelle
aree interne dell'Italia centrale ove elemento portante
dell'economia era la pastorizia e l'emergere di forme
di malessere quali una sorta di "brigantaggio",
con la correlazione, presente in fonti tardo-antiche,
fra pastores e briganti.
I restauri alla rete viaria attestati dai miliari
verrebbero in tal modo a portare elementi non solo
per una
ricostruzione della viabilità antica nella
zona, ma anche per una localizzazione dei problemi
collegati
ad una progressiva marginalizzazione di queste aree
dell'Abruzzo interno.
Considerata l'ubicazione originaria del miliare
in località Piano
Santa Maria di Poggio Umbricchio (sito 69 = fig. 132,
D), si è provveduto a ricognire le aree circostanti
per una piú esatta identificazione ed analisi
del tracciato antico.
La via (A), attualmente coincidente con il percorso
di una strada campestre ormai in disuso dopo la
realizzazione della nuova strada (B), percorreva
le propaggini
collinari soprastanti il fiume Vomano, venendo
in tal modo a
collegare
anche gli abitati antichi già analizzati in
precedenza (siti 65=L, 66=H, 67=F, 69=D, 71=C).
Il tracciato, visibile in vari punti (ad es. loc.
Sant'Angelo, loc. Piè delle Vene), è largo
circa 2 metri, si presenta sostruito da muri di pietre
a secco, mentre
a monte sono talvolta presenti altre analoghe strutture
di contenimento delle terre.
Molte di tali opere hanno subito nei secoli, sino
all'abbandono del tracciato, numerose opere di
riattamento, ma qua
e là sono visibili i resti di un basolato irregolare
costituito da pietre locali di dimensioni piccole e medie,
nonché tracce di opere di contenimento di un certo
carattere monumentale (pietre di dimensioni notevoli
costituenti una sorta di muratura in opera quadrata).
Proprio tale semplicità di realizzazione
attesta del carattere della strada nell'antichità.
Altri resti della strada, attualmente non localizzabili
con esattezza, sono stati visti in passato in altre
località del
comune di Crognaleto.
In località Corvàgnola di Poggio-Umbricchio,
proprio di fronte all'abitato antico ivi esistente
(sito 71), era ancora visibile nel secolo scorso
un pilone
in muratura, probabilmente riferibile al ponte romano
su cui in quel punto la strada doveva attraversare
il Vomano (114).
Resti di un altro ponte considerato antico vennero
visti anche ad Aprati, tuttavia in questo punto,
poco sotto
Nerito, il tracciato della via antica non attraversava
il Vomano percorrendo sempre la riva destra del
fiume (115). Pertanto i resti segnalati, comunque
non identificati nel corso di ricognizioni specifiche
effettuate in occasione del presente contributo,
si presentano riferibili o ad una struttura post-classica,
o ad un
diverso itinerario stradale.
Ad ovest di Nerito in località Paladini la
strada tornava sul lato sinistro del fiume e deve
supporsi che
il tracciato antico non sia molto diverso dall'attuale,
e come questo arrivava al Passo delle Capannelle
per poi discendere verso la conca di Amiternum.
Sulla base dell'esatta collocazione del miliario
di Poggio Umbricchio e del rinvenimento di alcuni
tratti
stradali
sicuramente riferibili all'itinerario antico, è stato
possibile identificarne il percorso con una certa
esattezza nel territorio dei comuni di Crognaleto, Montorio
e Teramo, e ciò permette in via di ipotesi
qualche tentativo di misurazione della lunghezza
del tracciato
stesso.
Se il miglio CIIII dell'itinerario deve essere
collocato a Poggio Umbricchio il miglio CX cadrebbe
circa a
Montorio (sito 48), quello CXV in località Ponte a Porto
di Teramo (sito 12), mentre Teramo verrebbe a collocarsi
al miglio CXIX. Ciò, si ribadisce, sulla
base di una precisa misurazione dell'itinerario riconosciuto
come antico, sulla cartografia I.G.M. in scala 1:25.000.
Ma ll9 miglia è proprio la distanza presente
sul miliario rinvenuto in località Vallorini
di Santa Maria a Vico in comune di Sant'Omero, documento
importante, con la famosa iscrizione della Porta
Collina,
per l'identificazione del tracciato della c.d. via
Cecilia(116).
Senza entrare nel merito degli annosi problemi
sollevati da vari studiosi sulla base dei due documenti,
qui
giova solo ricordare come lo Hulsen (117) avesse
a suo tempo
sostenuto che il miliario c.d. di Sant'Omero proveniva
proprio da Teramo (118). Se cosí fosse, il
documento verrebbe a confermare quanto qui proposto
esclusivamente
sulla base di indaghi territoriali a partire dall'indicazione
Cllll del miliario di Poggio Umbricchio.
Il territorio oggi corrispondente al comune di
Crognaleto era interessato da un altro probabile
itinerario
antico corrispondente ad un percorso di crinale
fra la valle
del Vomano e quella del torrente Fiumicello (B).
Questo tracciato, poi percorso anche dall'unico
tratturo esistente nella zona, quello che da Crognaleto,
per Montorio, Basciano ed Atri, discendeva sino
al
mare è noto
anche nelle fonti medievali, ad esempio in una carta
del 1026 che fa specifico riferimento alla via de
Bonano (119) (Venano; sito 74) che viene indicata
come confine
sino alla chiesa di Sant'Angelo in Sedino (sito 27).
Deve trattarsi di un antico percorso collegato
a forme di monticazione fra la pianura e l'area
dell'altopiano
di Roseto, sino ad epoca recente interessato da
un'economia pastorale particolarmente intensa.
Non è da escludersi che a tale itinerario
si collegasse una diramazione destinata a raggiungere
l'area di intenso
abitato antico compresa fra Crognaleto e Colle del
Vento (siti 83, 85, 87, 91). |