La scuola

Tratto dal mensile del Touring Club Italiano " LE VIE D'ITALIA", ottobre 1926

L' EDILIZIA SCOLASTICA RURALE
PROBLEMI DA RISOLVERE

Il problema che in questo articolo è ampiamente trattato, con ricchezza di dati e calore di passione, potrà, a prima vista, sembrar meno vicino al nostro programma d'azione. Ma, i lettori lo sanno, noi non intendiamo far conoscere e tutelare solamente le bellezze naturali o le ricchezze artistiche del nostro Paese : noi vogliamo che l'Italia possa, in ogni sua manifestazione, essere pari alle più progredite nazioni del mondo e sappiamo che primo strumento di educazione, di civiltà è la scuola. In questo scritto si insegna come le opportune provvidenze governative possano, dagli enti locali e dai privati, venir integrate e come si possa vincere la grande battaglia, da cui dipende ogni altra vittoria: la guerra all'analfabetismo.

Come « tutti i problemi la cui esigenza si fa di giorno in giorno più viva e acuta, questo dell'edilizia scolastica è anche molto annoso. Le sue origini storiche — secondo l'opinione di illustri studiosi — hanno radici ben più profonde di quanto a tutta prima sembrerebbe. A mano a mano che il processo demografico italiano è andato assumendo i nuovi attuali caratteri, a mano a mano cioè che il fenomeno urbanistico ha dato impulso alla costituzione di vasti agglomerati cittadini, si è andato determinando un profondo squilibrio tra l'Italia urbana e quella rurale. Tale squilibrio — se non ha determinato effetti notevoli nel campo dell'attività economica, costituita di elementi che finiscono con l'integrarsi se anche in un primo tempo sembrino cozzare fra loro — si è manifestato in tutta la sua portata preoccupante nei riguardi della scuola, di quell'attività, cioè, che per evidenti ragioni dovrebbe svilupparsi in tutto il territorio della Nazione su un piano di assoluta eguaglianza. Sotto l'impulso delle particolari esigenze della vita cittadina, il bisogno dell'istruzione si è imposto e con esso, armonicamente, si sono andate sviluppando le necessarie condizioni d'ambiente. Nelle campagne tale esigenza è stata avvertita assai lentamente: nè le autorità locali, cui è mancato lo stimolo di organismi centrali validi ed efficienti, hanno agito in modo da suscitarla. A poco a poco, col fissarsi e l'incrudirsi di questa disparità, si è venuta formando una vera e propria questione scolastica rurale.
L' attività ufficiale e lo stato della questione fino al 1923.
Alla stregua di questo concetto, che deriva dal più spassionato esame del passato, è possibile spiegarsi la debole efficacia dell'azione governativa nei riguardi della scuola rurale e della sua edilizia. Ufficialmente la questione fu rilevata nel 1878, anno in cui lo Stato stabilì d'intervenire a favore dell'edilizia scolastica, concedendo prestiti di, favore con saggi d'interesse ridotto.


ELEMENTARE DI POGGIO UMBRICCHIO DI CROGNALETO (PROV. DI TERAMO)

SCUOLA DI S. BERNARDO, FRAZ. DI VENASCA (PROV. CUNEO)
Scuole con un' insegna fregiata di orribili imprecisioni ortografiche.

Fabbricato molto vecchio e pericolante; l'acqua vi penetra nelle giornate di pioggia.
La grande umidità è tale da impedire persino di scrivere sulla lavagna.
Si vive in perenne semioscurità.
L'aula è freddissima d'inverno e non si presta affatto a un razionale riscaldamento.

Sommario bilancio degli effetti di questa e delle leggi successive (1888, 1900, 1911) risulta chiaro ch'esse han quasi completamente mancato al loro scopo, sia dal punto di vista tecnico (perchè nella costruzione degli edifici non sempre si è tenuto conto delle norme prescritte), sia dal punto di vista sociale.
A questo proposito, nel 1912, un diligente studioso della questione denunciava, col crudo linguaggio delle cifre, due ordini di fatti 1°) l'assorbimento dei mutui, nel complesso, si era verificato più specialmente da parte dei Comuni benestanti, seguendo e potenziando il dualismo demografico dianzi accennato; 2°) in particolare il dissidio fra Comuni benestanti e Comuni disagiati era venuto a determinare un dislivello fortissimo fra Nord e Sud, essendo appunto quest'ultimo costituito — quasi per intero —di Comuni disagiati.
Dei 64 milioni di mutui distribuiti dal 1878 al 1909, 37 milioni e mezzo furono collocati nel Nord; poco più di 8 milioni nel Sud. Il resto nell'Italia centrale. Nel biennio 1911-12 gli 8 milioni e mezzo stanziati per mutui al Nord, salirono a 13 milioni e 1/2, mentre gli 8 milioni e 1/4 decretati per il Mezzodì furono esattamente ridotti a metà. Nel primo semestre del 1912 il divario si rese ancora più grave, nè si arrestò di un punto negli anni successivi. Oggi le condizioni dell'edilizia scolastica si sono sensibilmente peggiorate. Secondo le statistiche ufficiali del 1922 l'Italia conta 37.199 aule disadatte e mancanti, rappresentanti il 48,50 % di quelle esistenti. Le regioni meridionali ne abbisognano per il 62 %, quelle settentrionali per il 38. A guardare più da vicino queste cifre c'è da restare pensosi.


SCUOLA DI REGINA FITTAREZZA (MILANO)
L'ingresso si apre nell'oscuro sottoscala di un vecchio fabbricato, in prossimità di una cucina e di un acquaio non sempre pulito. L'ambiente è buio e la luce elettrica che lo illumina tutto il giorno, dà un singolare rilievo alle macchie di umidità che hanno invaso le pareti.

La media percentuale nel settentrione osliaal fra estremi notevolissimi secondo la filosofia demografica delle varie zone. In Basilicata — caratteristica fra le regioni del mezzodì — la percentuale delle aule disadatte su quelle esistenti è del 99 %; nel Lazio e nelle provincie di Foggia e di Aquila del 71 %; nella provincia di Reggio Calabria del 68 %; in quelle di Caserta e di Lucca è rispettivamente del 67 e del 62 %. a Nelle aule disadatte — come dice la relazione dalla quale stralciamo questi dati — sono comprese tutte quelle mediocri, cattive o pessime, trattandosi per lo più di stabili disadatti o di locali d'affitto di capacità limitata rispetto alla scolaresca, mal costruiti, male ubicati. Le aule disadatte, pertanto, rappresentano, come quelle mancanti, un'impellente necessità di nuove costruzioni ».
Le scuole come sono
La verità di questa osservazione ufficiale ci è balzata innanzi agli occhi, scorrend
o le pagine di una recente inchiesta compiuta per accertare le condizioni delle scuole in Calabria.

SCUOLA DI S. ANTONIO, FRAZ. DI TEGLIO (PROV. SONDRIO).
L'esterno non ha bisogno di commenti. L' interno è costituito da « un locale in condizioni misere: luce scarsa data da due piccole finestre della parete di ponente. Sopra la scuola un fienile; sotto, una stalla. L'arredamento è in condizioni pietose: i banchi sono a quattro posti. Eppure lavoriamo con fede, nell'attesa di un valido aiuto per la nostra scuola povera >. (dalla lett. della maestra)


SCUOLA DI DI MONTEVITOZZO (GROSSETO)
Allinterno dell'aula, perfettamente armonizzante con l'esterno, è in uno stato deplorevole.

In questa regione la maggior parte delle « aule » è costituita da baracche sconnesse e traballanti, esposte alla furia della canicola e delle intemperie. Furono costruite per sopperire alle più urgenti necessità dopo il terremoto, e la scuola, scacciata da ogni parte, vi ha trovato il suo umile e pietoso rifugio. Soprattutto pietoso, chè la fatica della permanenza e le stentate gioie dell'apprendere non si dissociano mai dal pensiero del tragico destino che grava come una minaccia su quella terra devastata.
E il caso della Calabria come il caso della Basilicata non sono che termini di un unico assioma: gran parte dell' Italia, nel Sud, nel Nord, nel centro è affratellata dall'identico bisogno di scuole che possano con dignità portare questo nome.

SCUOLA DEL CASONE (PROV. DI GROSSETO).
È visibile nella fotografia l'unica finestra dalla quale l'aula è insufficientemente rischiarata.


INGRESSO ALLO SCUOLA DI VARSAIA (PROV. DI PAVIA)

In quelle esistenti, purtroppo, i maestri perdono a poco a poco tutto l'entusiasmo che li animava quando la realtà non li aveva ancora bruscamente disillusi; i fanciulli contraggono un male terribile: il disamore allo studio, alla regola, all'ordine. È sulla base di queste considerazioni —e di altre non meno evidenti quali l'utilità per i genitori di trattenere con sè i piccoli nei lavori campestri — che si spiega come il disamore verso la scuola degeneri sovente in vera e propria diserzione. In Piemonte, a es. (dati del 1921-22), la scuola è disertata dal 27 % degli obbligati; in Liguria, dal 29 %; nel Lazio, dal 40 %; in Basilicata, dal 46 %; nella Campania, dal 52 %; nella Sicilia, dal 53 %; nella Calabria, dal 68 %.
Dal 1921-'22 al 1924-'21 la situazione in questa regione non è migliorata. I non iscritti che prima erano 32 su 100 ora sono 40. In parecchi paesi la percentuale degli iscritti (parliamo di iscritti e non di frequentanti) non supera il 3o %. A S. Angelo le Fratte, nel 1924-'25 si iscrisse solo il 21 % degli obbligati; a Francavilla sul Sinni, il 25 %; a Chiaromonte il 29 %. La frequenza effettiva si mantenne al disotto di queste cifre.


SCUOLA DI ELMO PIANACCE (PROVA DI GROSSETO).

Cifre, purtroppo, che non han bisogno di commenti e che ci forniscono la chiave per la lettura degli indici dell'analfabetismo. Così ci spiegheremo perchè solo il 3o % dei calabresi, il 35 % dei basilicatesi, il 39 % dei pugliesi e dei molisani conoscano il valore dell'alfabeto.

Le scuole come dovrebbero essere
Pare di sognare quando, al cospetto di una di queste tane-scuola, si pensa alla maniera con cui gli edifici scolastici dovrebbe­ro essere costruiti, al comfort minimo di cui ogni aula dovrebbe disporre. Tutto il complesso delle norme sancite in proposito è contenuto nel regolamento per l'applicazione del R. D. 31 dic. 1923. E' que­sto R. D. il più recente e forse il più razionale provvedimento emanato in materia: più razionale, soprattutto, perchè i contributi stanziati nel bilancio della P. I., a qualsiasi titolo, in vantaggio dell'edilizia scolastica, saranno annualmente distribuiti tenendo conto dell'indice di analfabetismo invece che del semplice rapporto quantitativo con la popolazione.


SCUOLA DI PIETRACAMELA (TERAMO).
Il paese sorge alle falde del Gran Sasso d'Italia, a 1006 metri d'altezza.


SCUOLA DI S. QUIRICO DI SORANO (PROV. DI GROSSETO).
E' un'angusta aula che fino a pochi anni fa serviva da magazzino. Riceve pochissima luce da una piccola finestra. È umidissima e malsana anche a causa delle esalazioni di una cloaca che rasenta il muro posteriore e di un sottostante lavatoio pubblico.

I 16/2o dei contributi saranno infatti erogati in varia misura a favore dei Comuni ad alto analfabetismo (oltre il 4o %); gli altri 4/2o saranno destinati a favore dei Comuni a medio e scarso analfabetismo e ad edilizia scolastica incompleta o sufficiente. Per ciascuna categoria, poi, la precedenza sarà data alla costruzione di edifici scolastici rurali. Perchè i benefici che l'applicazione di questa legge lascia intravedere non vadano dispersi, è necessario che i Comuni si affrettino a valersene. Secondo l'art. 6 della legge in parola, i Comuni che intendono ot­tenere dallo Stato il concorso nel pagamento degli interessi sui mutui contratti, debbono trasmettere al Ministero della P. I., pel tramite del R. Provveditorato agli Studi, la domanda corredata da una copia del contratto di mutuo stipulato con 1' istituto mutuante e da una copia del verbale di deliberazione dell'amministrazione comunale. Oltre a ciò i Comuni tengano presente l'opportunità di sollecitare la concessione dei sussidi che lo Stato s'impegna di versarenella misura della metà della spesa sostenuta per la costruzione degli edifici scolastici entro il limite massimo di L. 50.000. Secondo le norme stabilite recentemente gli edifici scolastici dovrebbero comprendere un numero di aule adeguato all'affluenza degli scolari. La destinazione e le dimensioni di ciascuna di esse sono indicate nello schizzo di pagina 1099. A ogni modo ogni aula non dovrebbe contenere più di 6o alunni, offrendo a ciascuno di essi il godimento di almeno un metro quadrato di spazio. Le finestre, ampie e numerose, occupanti una superficie di un quinto o un sesto di quella del pavimento, dovrebbero essere disposte in modo che gli alunni possano ricevere la luce dal lato sinistro. Nè dovrebbe mancare a ogni edificio che sorge in paesi che non dispongono di alberghi o di sufficienti abitazioni civili, una stanza per il maestro. Per le latrine, la necessaria provvista di acqua, per i banchi — veri strumenti di tortura in gran parte delle nostre scuole —e per lo stesso arredamento delle aule, sono prescritte particolari avvedutezze.

L'EDILIZIA SCOLASTICA RURALE


SCUOLA DI BERNATE (PROV. DI MILANO)
Sorta quasi esclusivamente per iniziativa di pochi volenterosi


SCUOLA COMUNALE DI BUCINATE (PROV. DI AREZZO)
Ecco un edificio scolastico che - pur nella sua austera semplicità - ha qualcosa di fresco e di maestoso. Lo sguardo e lo spirito attingono serenità e calma.

L' attività privata.
Ora una delle ragioni delle penose condizioni dell'edilizia scolastica è per certo da ricercarsi nel poco interesse che il nostro popolo ha dedicato alla scuola. Numerosi altri valori sociali, forse in ragione della loro convenienza economica, hanno avuto piena attuazione in Italia. Abbiamo visto coi nostri stessi occhi, in paesini montani e in modesti lembi di spiaggia, sorgere alberghi sontuosi, clubs di divertimento. E ce ne siamo, del resto, compiaciuti vivamente, convinti come siamo della notevole importanza economica e sociale di alcune forme d'industria rivolte allo sfruttamento delle nostre bellezze naturali. Ma abbiamo cercato la scuola: ci hanno additata una porticina seminascosta sotto un portico, dai gradini consunti, senza una finestra, con un'insegna rósa dall'umidità e dai tarli, a volte fregiata di orribili imprecisioni ortografiche. E abbiamo pensato, col cuore stretto dall'angoscia, alle generazioni che son passate in quello stambugio, per uscirne con l'animo che non ha mai provato la serena gioia dell'apprendere! Eppure questa magnifica infanzia che sembra germogliare dal suolo stesso della nostra Patria, non è forse la più preziosa ricchezza da tutelare, l'elemento essenziale della nostra grandezza? Per suscitare questa precisa esigenza eper far sì che le provvidenze legislative, integrate dalla più vasta attività privata, possano produrre tutti i loro effetti, sono sorti in Italia tre Enti che meritano di essere —sia pure con brevi parole — additati alla considerazione dei lettori.« L'Associazione Nazionale per gl'interessi del Mezzogiorno d'Italia » con sede a Roma (Montegiordano, 36, Palazzo Taverna) nei pochi anni dalla sua costituzione ha largamente operato, con energia ed amore, per la resurrezione delle regioni meridionali, ponendo all'apice del suo programma l'istruzione primaria e popolare.

Alcune nostre piccole belle scuole: casette fra il verde, sorelle delle case abitate dagli scolari; ma sorelle maggiori e esemplari. In alto: La scuola di Botte (Tivoli) : Una lezione di agraria. - Nel centro, a sinistra: Il padiglione scuola al Quarto miglio sulla via Appia Nuova (Lazio). A destra Visani: Edificio scolastico costruito a Porto S. Venere (Comune di Monteleone di Calabria) Edifici dello stesso tipo furono costruiti a Longobardi (Monteleone), Cerraniti (prov. di Catanzara), ed in qualche altro paese della prov. di Catanzaro e Reggio. In basso: La scuola di Colle di Fuori (villaggio di capanne), comune du Rocca Priora.

Il a Gruppo d'Azione per le scuole del popolo » con sede a Milano (Corso Roma) è stato per certo il primo a formulare il problema della scuola rurale nei termini di urgente e grave problema nazionale. E' interesse della Patria e della stessa nostra civiltà ! Ed è incominciata la lotta minuta, arida, a volte anche sconfortante, ma strenua sempre e vittoriosa talvolta. Circa un ventennio di attività operosa e costante vanta infine l'Associazione a Per la Scuola » (Milano, via Rossari, 2). Tutti i problemi che si riferiscono all'elevamento morale e materiale della scuola nei riguardi delle autorità, delle famiglie, degli insegnanti, hanno trovato, nel Consiglio direttivo dell'Associazione, tempre di uomini votati allo studio e all'azione.


Sui campi ove ha imperversato la guerra risorge, negli abitanti, più forte il bisogno di ricostruire, fin dalle fondamenta, la propria vita. Ecco tre scuole della provincia di Udine (1, Scuola mista di Rubignacco; 2, Scuola mista di Rualis; 3, Scuola mista di Carraria);
tre piccoli edifici pieni d'aria e di luce.


EDIFICIO SCOLASTICO DI OSPEDALETTI LIGURE.
Questa minuscola cittadina posta in una zona in cui l'industria del forestiero ha il suo più ampio sviluppo, ha intuito l'opportunità di adeguare il proprio edificio scolastico alla bellezza della natura circostante, sì che non ne derivasse alcuna nota discordante.

Nulla han trascurato o trascurano questi Enti, accanto ai quali va ricordato il Comitato delle scuole per i contadini dell'Agro Romano e Paludi e Pontine ed altre benemerite istituzioni locali — per la realizzazione del loro programma : han compiuto inchieste nei piccoli Comuni e nelle frazioni, han promosso sottoscrizioni, han suscitato l'interessamento delle autorità innanzi ai casi più bisognosi di soccorso, han distribuito libri, materiale per museo, quaderni, cartelloni. Non hanno mai deposto le armi e non le depongono finchè c'è una piaga da ricercare e da sanare. Ma la loro opera più feconda di bene, è per certo quella che meno traspare dal bilancio della loro attività concreta: essi han dato impulso a singole attività private, al cui sviluppo han creato le condizioni spirituali più adeguate.
I risultati raggiunti in questo senso non lasciano disperare per l'avvenire. Bisogna perseverare per questa via ch'è lunga, ma conduce a una meta sicura. L'economia dello scritto non mi consente di indugiarmi a far rilevare, a traverso esempi che riuscirebbero quanto mai eloquenti, le possibilità realizzatrici di un'attività spiegata nel senso e nelle forme accennate innanzi.
In questi ultimi anni per opera appunto dei Gruppi d'azione per le scuole del popolo e degl'incitamenti dell'Associazione per il Mezzogiorno, alcuni episodi pieni di significato e di luce, hanno affiorato sulla monotonia della cronaca quotidiana. In un cantuccio remoto della Calabria, a Pentedattilo, è sorta una scuola con una rapidità così insolita in opere di tal genere, che i piccoli frequentatori, varcandone la soglia, han dovuto attribuire il merito di sì impensato miracolo, all'intervento di una fata conosciuta nella più bella fiaba a essi narrata.
Come le cose siano andate in realtà, i lettori di questa Rivista sanno, ormai. Ne ha loro parlato in un brillante articolo il prof. G. Isnardi, instancabile organizzatore di opere in seno all'Associazione per il Mezzogiorno. S. Angelo di Cetraro (Cosenza), per l'intervento della Società « Pro Cultura s di Torino, il cui interessamento fu sollecitato dal maestro del Comune, ha la sua scuola. Altre scuole sono sorte in onore dei caduti della grande guerra a Castiglione Chiavarese, a La Capraia, a Gignese: testimonianze di fede, promesse di luce, manifestazioni di solidarietà e di bellezza.
A Nobiallo Loveno si è potuto avere alfine la scuola per il deciso volere del prete del paese, gran mutilato di guerra; ad Arolo (Lago Maggiore) per volontà di popolo; a Cavassagra (Treviso) e Turrita di Monte Falco (Perugia) pe rbeneficenza; a Cascina Scovola di Leno (Brescia) a spese dei fratelli Giuli, proprietari del luogo. A Maggianico (Como) è sorto da poco un ampio edificio scolastico su una vastissima zona di terreno munificamente donata dal sig. Giovanni Erba. E' così potremmo addurre nemerosi altri esempi.
Altrove si lotta tuttavia per raccogliere fondi. richieste di aiuto giungono da Casa del conte, S. Bras, Santa Giusta. A Luzzi (Cosenza) il maestro - valoroso ex combattente e mutilato- ha raccolto circa 30.000 lire; ha ottenuto la promessa di giornate di lavoro dai suoi concittadini. Nulla può avere dal Comune. I lavori sono iniziati, ma per portare le cose a compimento occorrono altre 40-50 mila lire.


Progetto di scuola a una sola aula, per 40 alunni, compilato per conto dell'Associazione Nazionale per gl'interessi del Mezzogiorno. Ha il grande vantaggio di una tettoia che può servire per la ricreazione dci bambini o per lezioni all'aperto. I due vani accessori potranno eventualmente adibirsi ad alloggio dell'insegnante. Da calcoli compiuti, si prevede che la spesa possa variare dalle 45.000 alle 6o.000 lire.

Verso la soluzione.
« Quando s'entra in un paese, come si riconosce subito quale è la chiesa, così si dovrebbe riconoscere quale è la scuola ». Non vorremo anche noi adoperarci affinchè il monito del Pascoli si tramuti a poco a poco in magnifica realtà?
L'opera del legislatore, per produrre tutti gli effetti, anche morali e sociali, che si propone, dev'essere confortata dall'adesione e dalla partecipazione di tutto il popolo. Questa adesione, questo indispensabile interessamento, occorre suscitare in ognuno, se si vuole che la grave questione dell'edilizia scolastica sia risolta.
Siamo certi che il nostro appello, che racchiude migliaia di voci imploranti soccorso, troverà immediate risonanze nella vastaschiera dei lettori di questa Rivista, per i quali esso sarà come l'eco di sentimenti già sorti nell'intimo della propria coscienza.
Chi ha il vantaggio di occupare cariche pubbliche, agiti la questione nel seno stesso dell'amministrazione, prospettando, nelle forme più opportune, la necessità di un sollecito intervento. Chi fa parte di società di mutuo soccorso, di istituti di beneficenza, e anche di semplici circoli di ritrovo e divertimento, porti la sua voce nel proprio sodalizio e ne richieda l'interessamento. Tutti poi cerchino di coordinare le singole iniziative private, di suscitarle ove esse non sorgano spontaneamente, di far propaganda con sistemi adeguati ai singoli centri, non mancando di mettersi in relazione con gli Enti ai quali abbiamo accennato, che potranno fornir loro tutti i dati tecnici necessari al miglioramento della scuola. Il problema della scuola è problema di solidarietà nazionale e deve essere affrontato e risolto da noi stessi, se è vero che al nostro popolo non mancò mai, nei momenti più gravi, nelle situazioni più ardue, il concorde impulso verso la meta comune.

ALBERTO LATRONICO.