Caratteristiche costruttive

Aspetti del nucleo antico

La pavimentazione:
La copertura indiscriminata degli antichi pezzi e lastre di arenaria, combinati a realizzare infinite soluzioni richieste dalla pendenza, dalla scabrosità del sito, ha cancellato un episodio interessante della cultura del luogo: una cultura che è nata dalla miseria ma che si è riscattata con l’entusiasmo di chi ha saputo gestire e usare le poche risorse disponibili per farne veicolo di civiltà e di storia.

Le aperture:
Le infinite trasformazioni che hanno interessato il paese nel tentativo di adeguarlo ai nuovi modelli di vita, sono leggibili non soltanto nel manto grigio di cemento e in quello rossastro delle betonelle che ne omogenizzano i percorsi, ma anche sui piani verticali che accompagnano le cortine edilizie.
Sui prospetti delle case la proprietà privata si è esercitata largamente e al di fuori di qualsiasi norma o regolamentazione collettivamente riconosciuta, contribuendo in maniera determinante al degrado del parco edilizio, la cui immagine suscita un senso di totale disordine.
Effetto della divisione della proprietà è la ricorrente differenza nel modo di trattare la parete muraria lungo le cortine stradali, frammentate da rifacimenti parziali avulsi dal contesto, solo obbedienti alle circostanze contigenti di ogni singolo intervento.
Gli elementi più interessanti delle trasformazioni dell’ultimo decennio sono le aperture: quasi sempre rinnovate in materiali e dimensioni, qualche volta tompagnate, qualche altra aperte ex novo su murature preesistenti adattate, spesso forzatamente a portare il segno di nuove funzioni.

Le fasi formative del borgo

Analisi tipologica:
L’analisi tipologica processuale, applicata in questa ricerca, ripercorre un procedimento metodologico già ampiamente sperimentato in numerosi centri storici italiani.
Il metodo si basa sul riconoscimento del costruito attuale in base alle divisioni fondiarie appartenenti ai tipi edilizi di prima edificazione, riconoscendone in maniera logica il processo formativo che ha condotto all’assetto edilizio odierno.
La forma che ha assunto il Paese dipende dalla particolare morfologia del suolo.

Il Paese è definito da tre quartieri:
“lu wizze” (il guizzo), “casa gnova” (casa nuova), “casa Rino” (le case di Rino), collegati fra loro da vicoli e da tre vie principali, sulle quali si attestano lotti di case a schiera o a blocco, con un comportamento di percorso matrice consolidato a partire da questo periodo in tutti i centri urbani omogenei.
Le tre vie, via della Rocca, via della Fonte, via Monte Alfieri, danno una prima informazione sul processo di trasformazione subito nell’ultimo decennio dallo spazio urbano, pubblico e privato, a causa delle nuove esigenze di carattere igienico, sanitario, tecnologico, ecc. I nuovi modelli di fruizione e consumo dello spazio abitativo connessi alle frammentazioni dei lotti e delle unità edilizie in seguito a successioni ereditarie, coinvolgono in modo molto evidente il Paese, producendo superfetazioni, rifusioni o sopraelevazioni.

Ricostruzione del processo tipologico e descrizione dei tipi

Il Paese conserva ancora un tessuto edilizio povero, uniforme e variamente stratificato .
E’ composto prevalentemente da case a tre piani o a due con stalle, fienili e magazzini successivamente trasformati attraverso operazioni di rifusione e sopraelevazione in vani abitativi.
Il tessuto attuale conserva comunque l’assetto planimetrico, le tracce e gli indizi della consistenza originaria delle strutture edilizie. Compito dell’analisi tipologica è la comprensione delle regole di comportamento nel processo di formazione e crescita dei tipi edilizi, a partire dalla prima edificazione sino alla rifusione, al fine di valutare quali sono stati gli interventi giustificanti e quali quelli dannosi e tali da considerarsi superfetazioni.